Palazzo del Pegaso - Regione Toscana

Il palazzo storico monumentale venne costruito alla  fine del 1300 accorpando piccoli lotti di botteghe artigiane, per volontà di Agnolo di Ghezzo della Casa, commerciante di stoffe, ambasciatore a Bologna e Ferrara, Capitano di Pistoia e Pisa.

Le fondamenta insistono sui resti di un vecchio ponte sul Mugnone, sull’angolo di Via Larga, Via dei Frenai, poi Via dei Calderai, attualmente Via Pucci, angolo via Cavour. Quando i Medici ne fecero la loro dimora la Via prese importanza per esser ceduto a a metà seicento alla famiglia Panciatichi che ne dispose ristrutturazione accorpando anche il Palazzo Covoni Capponi.

Nel 1674 Monsignore Bandino Panciatichi ristrutturò il palazzo su progetto dell’architetto Francesco Fontana, ma i lavori vennero realizzati dall’architetto Anton Maria Ferri e interessarono anche l’attiguo palazzo Covoni Capponi, dando cosi ad entrambi  una  impronta  unitaria di facciata. Nel 1697 fu inserito l’imponente Scalone monumentale e nel secolo successivo venne ampliato e costruito un appartamento per Giovan Gualtiero Panciatichi, diventato Ambasciatore e Gran Ciambellano presso Maria Teresa D’Austria (1741). Di quell'epoca sono ancora visibili le salette affrescate da Gian Domenico Ferretti, da Vincenzo Meucci e  Pietro Anderlini: L’apoteosi di Ercole,Il Trionfo del tempo sulla maldicenza ( Ferretti), L’allegoria della poesia pastorale (Meucci).

Con Ferdinando Panciatichi, erede e personaggio importante nella allora Firenze Capitale (1865), il palazzo venne suddivisoin vari ambienti: al piano terreno le scuderie, botteghe e un caffè;  al primo piano il Circolo di conversazione dei risorti  luogo di incontro della borghesia cittadina e torinese, il secondo piano in abitazioni.

Nel 1910 passò di proprietà a Società Cattolica di Assicurazione e Istituto Nazionale di Assicurazione . Fu allora che qui ebbero sede il Circolo ricreativo Fiorentino. e il Circolo degli Impiegati Civili.  Nella storia recente del palazzo vediamo avvicendarsi alla proprietà Provveditorato agli studi fino al 1972 e dal 1973 ospita il Consiglio regionale.