Villa di San Cerbone

San Cerbone è stata, fin dal XIII secolo, la sontuosa residenza dei Franzesi della Foresta. Acquistata nel 1461 da Pietro di Giovanni Bicci de' Medici, a metà del '500 passò ai Salviati, che ne fecero una delle loro dimore di campagna preferite. Alla morte del cardinale Gregorio Salviati (1794), si successero il principe Marcantonio IV Borghese, la famiglia Caprara e poi i Lambruschini, che nel 1887 firmarono il compromesso di vendita della villa e della tenuta circostante con Umberto Serristori, che tre anni dopo vi trasferì lo Spedale Serristori, collocato nella piazza principale di Figline, considerata ormai una posizione inadatta anche dal punto di vista igienico.

Ancora ai giorni nostri la villa è sede dell'Ospedale comunale. L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile trecentesco, delimitato da colonne con capitelli segnati da un doppio ordine di conchiglie. Al suo interno è visitabile su prenotazione l'antica Spezieria Serristori, in cui è conservata una collezione di maioliche cinque-seicentesche e vi si trova esposta una raccolta di vetri officinali dei secoli XVI-XVII.

Altre opere sono conservate nella chiesa e nel convento annessi alla villa; da segnalare sono: l'Annunciazione commissionata al Cigoli nel 1580, due tele con il Transito di San Giuseppe e l'Apparizione della Vergine a San Filippo Neri di Niccolò Lapi (1690), e una tavola attribuita al Vasari raffigurante l'Ultima Cena.

Sulla Villa di San Cerbone c'è anche una particolare leggenda: si narra che tra le sue mura si aggiri il fantasma di Veronica Cybo. La donna, realmente esistita nel '600, per vendetta si macchiò di un efferato delitto, per cui venne ripudiata dalla famiglia e si trasferì a San Cerbone dove cambiò vita. Nella corte interna si può vedere ancora oggi una lapide in marmo che la ricorda.