. . . COM'IO RIGUARDANDO TRA LOR VEGNO, IN UNA BORSA GIALLA VIDI AZZURRO, CHE D'UN LEONE AVEA FACCIA E CONTEGNO.
DANTE, INF., XVII, 58-60.
Qui Dante e Virgilio attraversano il girone degli usurai, dove gli spiriti dei dannati sono condannati a stare seduti su uno strato di sabbia ardente con gli occhi fissi alla borsa (oggetto emblema del loro mestiere) che portano appesa al collo e che raffigura lo stemma delle famiglie nobili cui appartengono. Dante riconosce tra i tanti i Gianfigliazzi, grazie alla borsa sulla quale è dipinto un leone azzurro in campo giallo. I Gianfigliazzi ebbero le loro sontuose abitazioni nell’area di via Tornabuoni (dove è esposta la lapide dantesca) e nell’adiacente lungarno Corsini.
Lapide Dantesca: Palazzo Gianfigliazzi
Via de' Tornabuoni 1, Firenze