“. . . SE PER QUESTO CIECO CARCERE VAI PER ALTEZZA D'INGEGNO, MIO FIGLIO OV'È? PERCHÉ NON È EI TECO?” ED IO A LUI: “DA ME STESSO NON VEGNO: COLUI CH’ATTENDE LÀ PER QUI MI MENA, FORSE CUI GUIDO VOSTRO EBBE A DISDEGNO.”
DANTE, INF., X, 58 - 63
Giunti nel girone degli eretici, Dante e Virgilio incontrano Cavalcante dei Cavalcanti, padre del celebre poeta, nonché amico di Dante, Guido. Cavalcante gli domanda perché suo figlio, uomo di alto ingegno, non sia in loro compagnia e il poeta gli fa notare che chi lo accompagna in questo viaggio è Virgilio, poeta non particolarmente apprezzato dall’amico Guido. Tra i maggiori esponenti del Dolce Stilnovo, insieme allo stesso Dante, Guido Cavalcanti scrisse tra ballate e sonetti più di 50 componimenti.
Lapide Dantesca: Palazzo Cavalcanti
Via dei Calzaiuoli 11r, Firenze