OR VA, DISS'EL: CHE' QUEI CHE PIU' N'HA COLPA, VEGG'IO A CODA D'UNA BESTIA TRATTO INVER LA VALLE OVE MAI NON SI SCOLPA. LA BESTIA AD OGNI PASSO VA PIU' RATTO, CRESCENDO SEMPRE, FINCH'ELLA IL PERCUOTE, E LASCIA IL CORPO VILMENTE DISFATTO
DANTE, PURG., XXIV, 82-87
Il personaggio cui si allude è Corso Donati, capo dei Guelfi neri, condannato dalla Signoria fiorentina nel 1308. Inseguito dal popolo, che voleva vendicarsi delle sue malefatte, si diede alla fuga cadendo da cavallo e rimanendo impigliato ad una staffa; i suoi nemici lo finirono presso la Chiesa di San Michele a San Salvi (dove si trova questa lapide). Dante ne parla facendolo morire come i traditori, attaccato alla coda di un cavallo che corre sempre più veloce, trascinato all'inferno dove non vi è possibilità di espiazione.
Lapide Dantesca: Chiesa di San Salvi
Piazza di S. Salvi, Firenze