L'idea di fortificare l'abitato di Figline venne presa nel 1353 per volere di Firenze, un anno dopo l'assalto da parte di molti dei nemici della città: i Visconti di Milano cui si era unito il Vescovo di Arezzo, i Pazzi del Valdarno e gli Ubaldini. L'obiettivo era quello di proteggere il mercato e l’approdo fluviale di Figline, realizzare un altro polo di resistenza armata fiorentina tra Firenze e la Valdichiana e infine rassicurare la popolazione del borgo e dell'area circostante.
Il circuito murario figlinese consisteva in 1.500 metri di mura, 19 torri e 4 porte, costruite essenzialmente con pietre di vecchie abitazioni e "pillori" di fiume, cioè pietre arrotondare dal continuo rotolare nella corrente dell'Arno. Come ulteriore protezione costeggiavano le mura, esternamente, un fossato pieno d'acqua e, internamente, una strada che le separava dalle case. Vennero ultimate intorno agli anni Settanta del Trecento, dopo che si aggiunse al progetto iniziale della cinta muraria una struttura fortificata definita “casseretto” o "cassero"; esso sorgeva in prossimità della Porta Fiorentina, oggi sede del Teatro comunale, e aveva la funzione di baluardo.
Le antiche mura di Figline sono state rimaneggiate e modificate dal Cinquecento in poi, giungendo relativamente intatte fino ai giorni nostri, fatta eccezione per le Porte Fiorentina, San Francesco e Aretina demolite nell'Ottocento, e di Santa Caterina (o Porta Senese), già murata in precedenza. Quando le mura persero il loro valore strategico e militare vennero sfruttare come sostegno per costruzioni civili, ospitano infatti ancora adesso gli abitanti della città.
Oggi è ancora possibile osservare la "Torre Capitana", racchiusa internamente al giardino di Villa Casagrande Serristori, la più meridionale delle torri d’angolo e anche la maggiore; per la sua collocazione è rimasta integra, per cui ne vediamo la struttura interna che si articola su tre piani.
La cinta muraria fa da sfondo all'Arena del Teatro Garibaldi e all'Albero dell'Universo, il monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale, dedicato poi ai Caduti di tutte le guerre. La scultura in bronzo a forma di albero è stata realizzata dallo scultore Marcello Guasti: le fronde sono attraversate da una spirale bianca che simboleggia una Galassia, sulla quale sono incisi i nomi di 202 Caduti del territorio. Sulle radici dell’albero si legge il titolo dell’opera, la dedica e la firma dell’autore.
Antiche mura di Figline
Via Giovan Battista del Puglia, 50063 Figline e Incisa Valdarno FI