Il Mulinaccio nella campagna intorno a Scandicci è un luogo un po' magico, nascosto, freschissimo in estate, conosciuto nella zona ma non citato da guide turistiche o altri itinerari.
In primavera o estate lo si raggiunge con una piacevole passeggiata da San Vincenzo a Torri, attraversando paesaggi agricoli molto caratteristici. Ma cos'é? Si tratta in effetti di una diga, che fu costruita nel 1634 per sbarrare un borro e utilizzare la forza delle acque come mulino per il grano. La diga è su tre livelli, con begli arconi di pietra. Parzialmente diroccata, motivo anche del nome (il dispregiativo Mulinaccio) conserva un forte fascino. L'opera non ebbe fortuna e il suo funzionamento fu sempre difficoltoso, il fango impastava le macine e presto il mulino fu abbandonato. Lo sbarramento aveva creato un laghetto a monte, che venne usato per gite e scampagnate, fino a quando, per un destino avverso, alcune persone ci affogarono così che nell'Ottocento si decise di prosciugarlo.
Ora il getto d'acqua che scende dal Mulinaccio, in parte diroccato ma ancora imponente, cade su uno specchio d'acqua limaccioso e completamente circondato da querce, roverelle e pini.
In estate è molto piacevole e fresco, e ben organizzato: numerosi cartelli esplicativi raccontano la storia del Mulino e la sua attività.
Dal centro abitato di San Vincenzo a Torri si deve raggiungere via del Lago, si oltrepassa Villa Vico; la strada è sulla sinistra, con una sbarra.
Inoltre, per escursionisti più allenati, è possibile includere il Mulinaccio in un anello più ampio sulle colline della Val di Pesa, che trovate descritto nel sito del Cai Firenze a questo link.