
Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto? - mostra a Certaldo
Sabato 17 maggio 2025, alle ore 18, nelle sale a piano terra di Palazzo Pretorio a Certaldo, inaugura la mostra di Arthur Duff e Antonio Marchetti Lamera dal titolo Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto?
L’esposizione, promossa dal Comune di Certaldo con il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana, è parte del programma di celebrazioni del 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio (Certaldo, 1313-1375) proponendo un dialogo con i temi e i luoghi cari allo scrittore toscano. La mostra è curata da Roberto Lacarbonara con il coordinamento e il progetto di allestimento di Exponent.
Quando Pier Paolo Pasolini, nelle vesti del “migliore allievo di Giotto”, si ritrova davanti all’affresco che va compiendo nella chiesa napoletana di Santa Chiara, si rivolge al dipinto e a chi guarda sussurrando: Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto? È l’epilogo irrisolto di quel Decameron (1971) con cui il regista intese rileggere l’affabulazione di Boccaccio, addentrarsi nel mondo popolare e nel suo gergo, nelle sue storie, nei suoi pochi mezzi ma anche nella sua orgogliosa modestia, dove la sola ricchezza coincide con i sogni, con l’immaginazione, talvolta con le illusioni. L’attenzione di Pasolini nei confronti del poeta di Certaldo si rivolgeva anche alla forma, a un modello di scrittura che privilegia le narrazioni brevi, le novelle, i motti e le storielle che compongono un altro affresco, quello di una società e di un popolo che inventa un proprio linguaggio, un immaginario e un’identità.
Nelle opere dei due artisti in mostra, la domanda posta sin dal titolo conduce l’attenzione verso la forma e lo statuto delle immagini, la capacità che ogni opera assume nel porsi sulla soglia tra rappresentazione e invenzione, tra una memoria e una visione allucinata, inconcreta, onirica.
I lavori pittorici di Antonio Marchetti Lamera, partendo da una ricerca fotografica sugli edifici medievali cittadini e sulla loro stratificazione storico-architettonica, elaborano plasticamente l’intersezione tra i pieni e i vuoti delle masse murarie, sovrapponendo le strutture solide di una costruzione con le sue zone d’ombra, i suoi riflessi, le sue proiezioni immateriali e deformanti. Nei dipinti – così come nell’opera video nata dall’assemblaggio di frammenti fotografici che ricalcano il percorso tra casa Boccaccio, la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo e Palazzo Pretorio – l’artista raduna sia la fissità monumentale dei luoghi che la continua metamorfosi delle forme, coniugando i tempi lineari della storia con quelli circolari della quotidianità, del tempo vissuto da un individuo e da una comunità. Ne risultano piani intricati come tessere musive e superfici cromaticamente incerte, di memoria impressionista e di trasognata impalpabilità, anche in virtù del ricorso a una pellicola pittorica cangiante, sempre tonale, velata, talvolta iridescente, vera e propria cattura della luce e dei suoi più impercettibili mutamenti.
Della luce e con la luce si compone anche l’opera scultorea e installativa di Arthur Duff, con la sua armatura materiale e immateriale così dubbia, solida eppure evanescente, stabile e vibrante. Nel ricorso alle corde, ai fili intrecciati, alle trame elastiche e al neon, la scultura si fa rete che si espande, talvolta discendendo dal soffitto come un angelo caduto o come ipotesi di ascesa, altre volte aggrovigliandosi sul pavimento e solcando il suolo come fanno le radici. Nella componente luminosa di ogni installazione, si annidano lettere, parole prive di narrazione o sentenziosità (No plot, indica una delle sculture), informazioni ambigue e prive di appigli, di uscite, di soluzioni. È lo spazio il vero oggetto vuoto, cavo e buio, talvolta cosmico – nei lavori dedicati a corpi celesti, meteore e comete – dove accadono le visioni, dove si fanno i sogni, o dove la mente insegue un’idea di trascendenza e di infinito. Perché dunque realizzare un’opera, definire una forma, una soluzione permanente, quando è così bello lasciare che essa abiti lo spazio illimitato, mutandolo e mutandosi alla stregua di un sistema vivo e sempre rigenerante?
Comune di Certaldo
Appuntamenti
Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto? - mostra a Certaldo
dalle 10:00 alle 13:00
dalle 14:30 alle 19:00