«Uno fa fatica, però vive, trova strategie, si inventa». Concita De Gregorio, Carolina Rosi, Mariangeles Torres sono, rispettivamente, mamma, figlia e nonna nel riallestimento di un testo che, a quindici anni dal suo debutto, si conferma un classico teatrale dei nostri tempi. Tre donne, tre voci, tre generazioni a confronto sono protagoniste di un ritratto, intimo e complesso, dello stato d’animo più diffuso al mondo: la depressione.
«Non una condanna a morte» secondo l’autrice e regista Lucia Calamaro, ma «una condizione mutevole», che si attraversa e da cui si può uscire, perché «lo scopo, il senso, la forma di una vita, si possono trovare, costruire, inventare o ritrovare se persi.» Sullo sfondo di un interno quotidiano disfunzionale, che muta anche gli elettrodomestici in oggetti fuori controllo, prendono forma le ironiche contraddizioni dei legami familiari che accompagnano le protagoniste nella loro solitaria, dolorosa ricerca di un equilibrio interiore e di un posto nel mondo.