Nella stessa via e nello stesso stabile in cui un tempo c’era una casa famiglia, ora sorge una libreria, anzi per l’esattezza una libereria (perché i libri liberano la mente e appartengono non a chi li scrive ma a chi li legge), la Libereria di Via dei Matti 43.
Il proprietario si chiama Simpliofonte Patù Ghirigoro: è cresciuto all’interno di quella casa famiglia, dove per alcuni anni hanno vissuto un gruppo di ragazzini con disturbi mentali e comportamentali, ognuno con la propria stranezza e il proprio talento, come spiegava loro il Direttò, un uomo buono come il pane e grande come una montagna che a quei ragazzini voleva un bene dell’anima: Sfumentino, in cerca di sigarette, Lupin che ruba per gli amici suoi, Simpliofonte che vede i fantasmi ed è lievemente schizofrenico, Angelo che non parla ma fa disegni meravigliosi, ed ElseMerilin, che dice troppe parolacce, beve quello che un bambino non dovrebbe bere e le piace fare il bagno nella vasca e non la doccia. Quant’è bella, ElseMerilin...
Ed è proprio quando ElseMerlin riappare nella Libereria portando a Simpliofonte dei giornali di vent’anni prima che inizia la storia. Il risultato è un racconto poetico, tenerissimo e indifeso sull’infanzia negata, su come è difficile liberarsi dagli incubi e dalla violenza quando la violenza è chiusa tra le mura domestiche e da fuori non si sentono i singhiozzi. Eppure, la Libereria di Via dei Matti 43 di Simpliofonte Patù Ghirigoro sta proprio qui a dimostrare che cuore e amicizia, tenerezza e generosità sono l’unico rimedio che può salvarci la vita. Con Marco Valeri