
Un itinerario Liberty nel Mugello
Un aspetto insolito ma affascinante del Mugello e in particolare del suo centro più importante, Borgo San Lorenzo, è di costituire un punto di riferimento per la stagione del Libertyin Italia.
La Manifattura Chini, grande esempio di artigianato artistico nella produzione di ceramiche nacque proprio qui ai primi dell’800 con il capostipite della famiglia Piero Alessio Chini, ma divenne famosa soprattutto con i suoi figli e i nipoti, che da apprendisti si trasformarono in eclettici e creativi artisti.
Figura di spicco Galileo Chini che, insieme al cugino Chino, fondò nel 1906 la manifattura Fornaci San Lorenzo a Borgo San Lorenzo, producendo ceramiche e vetrate di grande successo.
All’inizio del ‘900 Galileo Chini era uno dei massimi esponenti del Liberty italiano, così conosciuto che nel 1906 fu chiamato a Bangkok per affrescare il Palazzo del Trono.
Una delle opere più note della Manifattura è il rivestimento dello stabilimento termale di Salsomaggiore Lorenzo Berzieri dove Galileo Chini, coadiuvato da vari artisti dell'epoca affrescò delle porzioni di pareti.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale danneggiarono gravemente la Manifattura di Borgo San Lorenzo, che dopo non ebbe la forza di riprendersi; ma i lavori svolti negli edifici sono ancora lì a testimoniarne la bravura e l'originalità.
In Mugello si possono seguire dei percorsi di gusto liberty, andando a ricercare, con occhio attento le tracce dei grandi membri di questa creativa famiglia.
Prima tappa di questo itinerario è senz'altro il Museo della Manifattura Chini presso la Villa Pecori Giraldi. Le sale sono affrescate dai componenti della famiglia Chini, da Pietro Alessio a Galileo, con motivi geometrici e floreali e pitture di imitazione medievale. Una bellissima scala elicoidale conduce al piano superiore; significativo è il ciclo decorativo con la rappresentazione di San Giorgio del salone di rappresentanza. Di grande impatto è l’esposizione di pezzi ceramici, di oggetti e vasi in grès e di rare vetrate policrome.
Il percorso continua con la Pieve di San Lorenzo, dove troviamo l'abside con Cristo benedicente tra i santi Lorenzo e Martino, pittura murale nella quale Galileo Chini volle celebrare la sua arte duttile ed eclettica. I motivi decorativi ed il segno incisivo con cui sono delineate le figure sono tipiche dell'arte decorativa italiana della prima metà del Novecento. Attiguo alla Pieve è il Tabernacolo di San Francesco che fu realizzato per il centenario della morte del Santo, nel 1926, interamente ad opera della famiglia Chini.
Situata in una parete del monastero di Santa Caterina, la nicchia, con all'interno una statua in ceramica di San Francesco, è rivestita di piastrelle. La parete è decorata con pitture raffiguranti un agnello e un lupo mentre particolare risalto assumono le piastrelle che rappresentano gli stemmi delle più importanti famiglie mugellane. L'intero complesso è coperto da una tettoia, rivestita di piastrelle dalla quale pende una lampada in ferro battuto.
Un altro interessante intervento dei Fratelli Chini in un palazzo, questa volta il Municipio di Borgo San Lorenzo, è al primo piano nella stanza del Sindaco totalmente decorata. Particolarmente bello il pavimento decorato a raggiera e le vetrate in rigoroso stile Liberty.
Le distruzioni operate dal catastrofico terremoto del 1919, videro la manifattura Chini chiamata a impegni di notevole portata: si edificarono nuovi edifici, altri furono decorati. Fra quelli da vedere l’intero complesso del Villino Chini, ancora abitato da un discendente della famiglia, in tutta la sua ricchezza decorativa; o i villini di Viale della Repubblica, risalenti ai primi anni del secolo e veramente rilevanti per le loro decorazioni e per la sistemazione urbanistica.
Il percorso dettagliato è disponibile nel sito dell'Unione Montana dei Comuni del Mugello
Foto Archivio Unione Montana Comuni del Mugello
I luoghi
Tappe
Villa Pecori Giraldi
Sorta sul luogo di un’antica costruzione dei Giraldi, nel 1748 divenne di proprietà del Conte Pecori che aggiunse al proprio nome quello degli antichi proprietari.
Nel 1979 la famiglia Pecori Giraldi donò la costruzione al comune di Borgo San Lorenzo.
La facciata è di gusto rinascimentale mentre le decorazioni che troviamo al suo interno e il Chini Museo, qui ospitato, sono testimonianza vivace dello stile Liberty apportato nel Mugello dalla famiglia. Le sale sono affrescate dai componenti della famiglia Chini, da Pietro Alessio a Galileo, con motivi geometrici e floreali e pitture di imitazione medievale. Significativo è il ciclo decorativo con la rappresentazione di San Giorgio del salone di rappresentanza. Di grande impatto è l’esposizione di pezzi ceramici, di oggetti e vasi in grès e di rare vetrate policrome.
Pieve di Borgo San Lorenzo
La chiesa attuale, già ricordata nel 934, è il risultato di una ricostruzione del XII–XIII secolo, con pianta a tre navate divise da colonne e pilastri quadrangolari e una sola, grande abside semicircolare. All'interno si segnala una sobria decorazione dei capitelli, con volute angolari e foglie stilizzate. Originale è il campanile in cotto a pianta esagonale irregolare, impostato sull'abside e aperto da cinque piani sovrapposti di monofore e bifore. All'altare maggiore Crocifisso ligneo del XVI secolo. Le pitture dell'abside sono di Galileo Chini (1906).
Comune di Borgo San Lorenzo
La storia della città di Borgo San Lorenzo ha origini antiche. Nell’epoca romana esisteva un abitato piuttosto fiorente conosciuto con nome di Anneianum. Nel IX secolo il paese entrò sotto la sfera d’influenza della famiglia degli Ubaldini. Nel X secolo passoò sotto il controllo del vescovo di Firenze. Nel basso medioevo l’importanza economica di Borgo San Lorenzo città d’arte cresce considerevolmente. Nel 1351 la repubblica fiorentina dotò il paese di cinta muraria tuttora visibile. L’aspetto di Borgo San Lorenzo città d’arte si trovò così modificato in un assetto più moderno. La struttura delle mura fu ideata a forma rettangolare. Vi si trovavano quattro porte dotate di torri. L’asse viario tagliava longitudinalmente tutto l’abitato. Il punto d’incontro delle 2 vie principali era l’attuale piazza Cavour.